Due novelle per un’opera teatrale

Un berretto a sonagli di verità e obblighi

Salve a tutti!

Edizione Oscar serie Teatro e Cinema

Contiene:
Il berretto a sonagli;
La giara;
Il piacere dell’onestà

Come sapete fin troppo bene io ho una passione a dir poco sconfinata per Luigi Pirandello e la sua opera. Al Genio di Girgenti ho dedicato, sia qui che altrove, vari interventi. Recensioni, commenti dai quali ho persino ricavato un paio di ebook su Amazon: uno inerente il mio commento a “Sei personaggi in cerca d’autore” ed il secondo una raccolta dei miei vari “pezzi pirandelliani”.

Stasera torno ad occuparmi di colui che è uno dei miei autori preferiti, autore al quale devo la fortuna dei miei orali di maturità, per commentare un’opera teatrale tra le più note di Luigi Pirandello: “Il berretto a sonagli“, appunto; berretto a sonagli che simboleggia qui la perfetta riconoscibilità, potremmo quasi dire la tangibilità, della pazzia.  Quest’opera teatrale in due atti è basata, sembra quasi una coincidenza, su non una ma bensì due novelle, entrambe riunite nella raccolta intitolata “Novelle per un anno“. Le due novelle s’intitolano rispettivamente “La verità” e “Certi obblighi“. Nella prima troviamo come protagonista un uomo, il signor Tararà (userò qui il solo soprannome per comodità), il quale deve rispondere, dinnanzi alla Corte d’Assise dell’omicidio della moglie che lo aveva tradito con un ricco uomo abitante nello stesso paese. Ne “La verità” il signor Tararà, davanti al Presidente della Corte, alla Giuria, agli avvocati e al pubblico, dice la verità, appunto,  suscitando, nel dirla, l’ilarità diffusa di quanti lo ascoltano. Persino il Presidente della Corte ad un certo punto cede al riso o, quantomeno, ad un sorriso. Questo perchè la verità, quando la si ascolta, suscita ilarità. La gente ride e pensa di colui che si prende la libertà di dirla: “E’ pazzo!”

Nella seconda novella, quella intitolata “Certi obblighi” il protagonista è un lampionaio il quale viene dileggiato dai compaesani per via del comportamento assai allegrottolicenzioso della moglie. Lui sopporta per parecchio fino a quando, un giorno, scoppia e decide di assolvere a quelli che sono i propri obblighi di marito offeso nell’onore e, sceso dall’ultimo lampione, se ne parte in direzione di casa propria convinto ormai a compiere una carneficina, ad ottenere una sanguinosa soddisfazione dello sfregio, anzi degli sfregi, sfregi e sberleffi, che i tradimenti della moglie gli hanno causato. Giunto a casa si avventa prima sulla moglie e quindi si mette alla forsennata ricerca dell’uomo col quale la moglie aveva consumato i propri tradimenti. Trovatolo e visto che si trattava del suo principale, un cavaliere, un uomo in vista, egli, dopo aver tirato un pugno in faccia alla moglie per aver costretto un così rispettabile uomo a rischiar la vita su di un cornicione, convince l’uomo ad andare cinque minuti nello sgabuzzino, perchè, come dice il protagonista, deve comunque salvare l’apparenza. Quindi, con il principale nello sgabuzzino egli va alla finestra vista strada per gridare ai curiosi che erano giunti fin lì con lui, che non aveva trovato nessuno e che, se non gli credevano, potevano pure salire a controllare. Però non c’era più nessuno. Il gruppo, già assottigliatosi, in quanto impaurito dalla furia dell’uomo, lungo il tragitto, si era dissolto completamente da quando lui era salito in casa.

Delle due novelle che vi ho presentato ne “Il berretto a sonagli” si ritrovano, presa dalla novella “Certi obblighi” la necessità di salvare la faccia dalle apparenze e dalla novella “La verità” invece viene presa quella che potremmo definire “l’inutilità (verso gli altri) del dire la verità“; verità che, come dicevo parlando della novella “La verità“, provoca in chi l’ascolta solo risate suscitando negli stessi ascoltatori la convinzione che colui il quale pronuncia tale verità sia, indiscutibilmente e irrimediabilmente “Pazzo! Pazzo da chiudere!“, come dice il signor Ciampa nell’opera teatrale. Tema comune alle due novelle riportato nell’opera teatrale è poi quello del tradimento del quale ottenere soddisfazione. Soddisfazione effettiva nella novella “La verità” ed invece solamente di facciata nella novella “Certi obblighi“.

Grazie a tutte e tutti voi per la pazienza e l’attenzione e arrivederci alla prossima!

Buonanotte e, come sempre, Buona lettura!

Con simpatia! 🙂

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