Un’intervista all’autrice del saggio “L’Aquila e il Camaleonte. Vita e scrittura di Lou Andreas-Salomé e Anais Nin”
Salve a tutti!
Dopo la presentazione del suo saggio dedicato alle figure di Lou Andreas-Salomé e Anais Nin l’autrice, Emanuela Riverso, ha gentilmente accettato di fare una chiacchierata con noi. Vi invito quindi a darle il vostro più caloroso benvenuto!
Innanzitutto ti chiederei di presentarti brevemente.
Grazio Riccardo, sono molto felice di essere ospite del tuo blog.
Sono Emanuela Riverso, grande appassionata di luoghi della letteratura. Dopo tanti anni trascorsi all’estero, il magazine Luoghi d’Autore e il gruppo alberghiero per cui lavoro a Cremona mi consentono di coniugare gli impegni professionali con le mie passioni personali, ora che risiedo stabilmente in un luogo; i viaggi continuano ad essere un’altra mia grande passione che condivido con la mia famiglia, mio marito Aldo e la nostra piccola Maia.
Passando a parlare del tuo saggio dimmi, come ti è venuta l’idea per “L’Aquila e il Camaleonte”?
Seguendo “percorsi” di lettura anche diversi avevo incrociato queste due affascinanti ed intriganti figure femminili, Lou Andreas-Salomé e Anaïs Nin e raccolto su di loro una mole incredibile di materiale, spesso anche inedito in Italia: mi è sembrato naturale voler dare ordine a tutte le informazioni che avevo raccolto ed indagare le affinità e le differenze tra questi due archetipi di donna in una forma che sempre più si è evoluta in vera e propria ricerca.
Come mai hai scelto proprio quelle protagoniste? Cosa ti spinta ad avvicinartici?
Direi che è stato il caso o forse il destino. Studiando Rainer Maria Rilke mi sono interessata a Lou Andreas-Salomé: questa brillante intellettuale russo tedesca (ho studiato letteratura tedesca e letteratura russa all’università e la Salomé, appartenendo a questi due mondi, non poteva non incuriosirmi) era stata determinante per la vita e la produzione artistica del poeta. Contemporaneamente, fra le letture non universitarie, in quel periodo stavo affrontando Henry Miller ed il conflittuale rapporto con la sua Musa, la diarista Anaïs Nin. Come scrivo nella parte introduttiva del mio saggio «Chiunque abbia letto o scoperto dettagli su Lou Andreas-Salomé e abbia poi affrontato alcune pagine di diario di Anaïs Nin non può non giungere alla seguente conclusione: Lou e Anaïs sembrano quasi conoscersi, l’una rievoca nel ricordo l’altra».
Quali sono le caratteristiche delle protagoniste che ti hanno portato a dire, loro saranno le eroine del mio saggio?
Quando ho iniziato a dedicarmi alla lettura dei loro scritti (epistolari, romanzi, diari) non avevo la minima idea che avrei scritto un saggio: parliamo di diversi anni di letture nel corso dei quali la stesura di questo lavoro non rientrava proprio fra i miei progetti e le mie aspirazioni, né una volta concluso pensavo di vederlo davvero pubblicato. Ho scritto queste pagine molto tempo fa e il lavoro è stato tenuto chiuso nel cassetto per diversi anni; un anno fa ho capito che era arrivato il momento di proporlo e devo a Osvaldo Tartaro, editore di Talos Edizioni, il grande dono di vederlo pubblicato e non più rilegato in A4, chiuso in un cassetto.
Cosa ti ha affascinato maggiormente delle protagoniste de “L’Aquila e il Camaleonte”?
Di fatto la loro innata capacità di coniugare Eros e Conoscenza dal momento che un rapporto d’amore, una relazione, erano soprattutto strettamente connessi ad una profonda intesa cerebrale. Quando parliamo di importanti legami con personaggi come Rilke, Nietzsche, Miller o Artaud, non stiamo parlando di donne belle (seppure lo fossero entrambe), ma di donne profondamene intelligenti, che davano molto a questi grandi artisti e tanto da loro prendevano in un rapporto intellettualmente alla pari. E per loro era del tutto naturale. Ma mi ha colpita molto anche il rapporto di amicizia che sono riuscite a instaurare con le donne, fatto di stima, di fiducia, di complicità; anche questa una caratteristica di entrambe. Una grande amica di Anaïs Nin è stata la giornalista americana Barbara Kraft, con cui sono entrata in contatto qualche anno fa: a lei si devono due belle pubblicazioni, che spero di vedere presto tradotte in italiano, che raccontano gli ultimi anni di vita trascorsi a Los Angeles da Anaïs Nin e Henry Miller e che bene descrivono anche questa capacità di intesa di Anaïs con le donne.
In quale delle due ti riconosci maggiormente (sempre che tu ti riconosca in una delle due)?
In nessuna delle due dal momento che sono completamente diversa da entrambe, come Lou e Anaïs lo sono state fra di loro. Questo mio lavoro è infatti sotto forma di saggio proprio perché vuole essere una ricerca, lucida e obiettiva, che per la prima volta mette in relazione queste due figure femminili appartenute a due epoche storiche già diverse ma con una conoscenza in comune e proprio la scoperta di questa figura maschile che le lega (qui non anticipo di chi si tratta) ha rappresentato il punto di svolta, la scintilla decisiva che ha provocato l’idea del saggio.
Lou e Anaïs hanno inoltre catturato la mia attenzione per la loro capacità di essere semplicemente se stesse, nel bene e nel male e questa curiosità iniziale è stata alimentata dal trovare sul mio percorso continuamente qualcosa che le riguardasse. I lettori appassionati conoscono bene quella sensazione di libri che ti stanno aspettando, quando li trovi senza cercarli, in una libreria o su una bancarella e questi incontri, questo percorso di lettura tracciato dal caso, negli anni si è gradualmente trasformato, come dicevo, in una vera ricerca.
Ringrazio nuovamente di tutto cuore Emanuela Riverso per la cortesia e la disponibilità!
Grazie infinite anche a tutte e tutti voi per la pazienza e l’attenzione e arrivederci alla prossima occasione!
Buonanotte, buon Ferragosto e, come sempre, Buona lettura, magari proprio con il bellissimo saggio di Emanuela Riverso edito da Talos Edizioni!
Con simpatia! 🙂
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